Settori di Competenza

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Il Prof. Francesco Massart, come Medico Pediatra tratta i comuni disordini nelle varie fasi della crescita e dello sviluppo sessuale: dai primi mesi di età fino alla tarda adolescenza. Inoltre, per la Sua formazione e propensione scientifica, risulta specializzato nel trattamento dei disordini endocrini del bambino quanto dell’adolescente come il ritardo di crescita, alterazioni puberali, distiroidismo, diabete mellito ed eccesso ponderale/obesità, etc.

Per svolgere la Sua attività scientifico-clinica, il Prof. Massart si avvale delle varie competenze strumentali radiologiche (come RX scheletriche, DEXA, QUS, scintigrafie) e non (ecografiche), laboratoristiche (dosaggi ormonali e analisi citogenetiche) messe a disposizione dalla Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. Inoltre, poiché il bambino/ragazzo presenta dei pattern di secrezione ormonale di tipo pulsante, risulta spesso necessario, per un corretto inquadramento ormonale, eseguire valutazioni ormonali ben più complesse (test ormonali funzionali) del semplice prelievo “al mattino a digiuno” utilizzato nel soggetto adulto. Queste valutazioni, necessarie per costruire le specifiche curve di secrezione ormonali, sono eseguite in Day-Hospital giornaliero (c/o medicheria di Endocrinologia Pediatria o medicheria di Diabetologia Pediatrica) o durante un Ricovero diagnostico-terapeutico presso il Centro di Riferimento Regionale Toscano per l'Endocrinologia Pediatrica - U.O. Pediatria Universitaria presso cui lavora.

 

 

Ecografia Pleuro-Polmonare

L' ecografia pleuro-polmonare (EPP), a differenza di altre tecniche di immaging tradizionali come RX torace (RXT), ecografia addominale, RMN e TC, si basa non sulla visualizzazione/ricostruzione delle strutture anatomiche esplorate ma sulla valutazione di artefatti ecografici dovuti alla diversa impedenza tra l’aria (nel polmone) e le strutture presenti (cute, sottocute, costole, pleura, etc.). Nel polmone sano, vengono quindi ricercati artefatti fisiologici, sempre presenti nel polmone sano, come le linee A di riverbero, dovute al contenuto aereo del polmonare sottostante ai foglietti pleurici, abbinate allo fisiologico sliding o gliding pleurico, dipendente quest’ultimo dal movimento della pleura parietale con la respirazione. Nel polmone patologico, l’EPP valuta principalmente il contenuto di liquido presente al livello interstiziale più che endoalveolare ricercando artefatti patologici come le linee B, equivalenti alle “code di cometa delle cisti” a partenza dalla linea pleurica: il numero delle linee B risulta proporzionale alla compromissione (contenuto di liquido) del sottostante parenchima polmonare. Esiste infatti un grading ecografico che parte da poche linee B (numericamente contabili), molte (polmone black-white), sovrapposte e non più singolarmente distinguibili (polmone white lung) fino alla atelectasia/consolidamento (hepatic lung). I suddetti quadri ecografici, dipendenti dal all’aumentato contenuto liquido interstiziale (fino all’edema polmonare), risultano di ovvia utilità in ambito cardiologico per valutare, data la ripetibilità ecografia, anche la risposta alla terapia somministrata perfino in poche ore.

Doveroso ricordare che l’EPP nasce in ambito di Pronto Soccorso sia per diagnosticare il pneumotorace (PNX) anche minimo (in cui scompare il fisiologico sliding pleurico dovuto alla respirazione), sia per guidare l’esecuzione delle relative procedure invasive di drenaggio. In questo ambito, l’EPP risulta insuperabile, evidenziando la sua natura di valutazione dinamica piuttosto che di immagine statica (anatomica) degli organi. Difatti l’ECOFAST multiorgano per il politraumatizzato è divenuto rapidamente lo standard di riferimento quanto meno dei Pronto Soccorsi di terzo livello.

Oltre ad addensamenti polmonari (polmoniti e broncopolmoniti) di natura infettiva e non, l’EPP riesce anche a visualizzare versamenti pleurici molto piccoli (fino a 5-10 ml) non identificabili con RXT (almeno 100 ml necessari). Addirittura, tale tecnica riesce a visualizzare anche un versamento “parafisiologico”, e quindi velocemente reversibile dovuto all’allettamento prolungato (attenzione quindi ai falsi positivi !!). Poiché un liquido non presenta impedenza, l’EPP riesce anche a discriminare la tipologia del versamento (come per altro l’ecografia addominale) distinguendo tra trasudato (sempre anecogeno), essudato (spesso diffusamente ipoecogeno con materiale corpuscolato in sospensione) fino all’emotorace franco (fini echi omogeneamente distribuiti che se non drenato tende ad organizzarsi nel tempo). Sebbene quadri ecografici di versamento purulento o fibrino-ematico risultano praticamente indistinguibili, già solo l’anamnesi del paziente indirizza sulla corretta diagnosi (es. polmonite vs. trauma toracico). Un limite dell’EPP è forse nella quantizzazione (volumetrica) del versamento pleurico e del PNX.

Vista l’innoqua ripetibilità, l'uso di base dell’EPP può essere considerato come l’estensione del fonendo per un pediatra. Difatti, per la sua natura dinamica e altissima sensibilità, dovrebbe essere relegata come uso al medico che gestisce il paziente e di cui può meglio valutare/interpretare i vari parametri riscontrati.

 

 

SedoAnalgesia Procedurale

Il Prof. Massart come Responsabile del Pronto Soccorso Pediatrico dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisa e come Referente Pisano del Gruppo Pain in Pediatric Emergency Room (PIPER) cerca nella pratica clinica quotidiana ed scientifico-didattica di combattere il dolore del bambino.

Ma perché farlo? "In ambito pediatrico, il dolore infatti è un sintomo frequente: si stima, infatti, che più dell’80% dei ricoveri in ambiente ospedaliero pediatrico siano dovuti a patologie che presentano fra i vari sintomi, anche dolore. Entrando più nello specifico, si evidenzia come per alcune branche della pediatria (reumatologia, chirurgia, oncologia), il problema dolore è parte integrante dell'approccio quotidiano al bambino malato. Circa il 60% degli accessi al Pronto Soccorso pediatrico è dovuta a dolore, e il 70-80% dei bambini operati lamentano la presenza del sintomo. Notevole anche l’incidenza di dolore cronico-ricorrente, che si stima colpire dal 10 al 15% dei bambini (dalle forme più frequenti quali cefalee, dolore addominale ricorrente, dolori intercostali a quelle più rare, quali dolore d’accompagnamento alla patologia cronica reumatica, oncologica, metabolica e dolore nelle situazioni di terminalità). È un sintomo temuto: spesso segnale importante per la diagnosi iniziale, fattore sensibile nell’indicarne evoluzioni positive o negative durante il decorso, innegabile presenza in corso di molteplici procedure diagnostiche e/o terapeutiche e costante riflesso di paura e ansia per tutto quello che la malattia comporta. È un sintomo trasversale, che, indipendentemente dalla patologia e dall’età, mina in maniera importante l'integrità fisica e psichica del paziente, angoscia e preoccupa i suoi familiari con un notevole impatto sulla qualità della vita. È un sintomo complesso e difficile: è, infatti, un’esperienza multidimensionale e soggettiva, in cui lo stimolo trasmesso dalle vie nocicettive viene continuamente modulato (sia come entità che come qualità) da molteplici fattori e situazioni (fra questi importanti sono età, situazione clinica, situazione logistica ed ambientale, esperienze precedenti e ricordi, situazione psicologica, emotiva e comportamentale). È un sintomo dannoso; numerosi studi, infatti, hanno confermato come un dolore non trattato abbia, in ambito pediatrico, effetti negativi sulla prognosi nel breve e lungo termine: si allungano i tempi di guarigione, aumentano le complicanze e molteplici sono le sequele a distanza sia da un punto di vista fisico che psicologico-emozionale. Inoltre è dimostrato che il dolore sperimentato nelle prime età della vita è implicato nel determinare l'architettura definitiva del sistema algico dell'adulto…" (da COPPER Project - Consensus sulla gestione del dolore del bambino in Pronto Soccorso).